Melpignano – “Una notte di resistenza, contro i propri limiti, quelli interiori, ma anche quelli che vengono dall’esterno”: è il senso profondo dell’edizione 2021 della Notte della Taranta, la 24esima, nelle parole del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

Al Bano sul palco
La serata evento è andata in scena ieri, sabato 28 agosto, in un piazzale dell’ex Convento degli Agostiniani acceso dalla scenografia di luminarie, dalle voci e dalla musica degli artisti sul palco e dall’entusiasmo dei mille spettatori che sono riusciti a far parte del pubblico (ristretto, causa Covid) ammesso ad assistere allo spettacolo dal vivo (con posti a sedere assegnati). Per tutti gli altri, l’emozione si potrà rivivere sugli schermi di Rai 1, che trasmetterà l’evento il 4 settembre alle 23,15.

Taranta: “Cultura contadina che va verso l’innovazione”

Siamo consapevoli di dovere molto a questa cultura che ci ispira – prosegue Emiliano – . È una cultura contadina che va verso l’innovazione e la taranta ci rappresenta: siamo ben piantati nella nostra terra, ma guardiamo al resto del mondo. Quest’edizione costruisce la resistenza della Puglia e accoglie anche la libertà che in questo momento manca a tanti popoli del mondo”.

A segnare il tema cardine di quest’edizione, la serata si apre con la “Pizzica della liberazione”, brano scritto dal maestro concertatore Enrico Melozzi. Poi la voce narrante di Al Bano, che canta “Na na na” affiancato dall’Orchestra popolare Notte della Taranta e dall’Orchestra Notturna clandestina.

Madame reinterpreta la tradizione

Insieme a Melozzi, maestra concertatrice la giovanissima Madame (19 anni, rivelazione dello scorso Festival di Sanremo): nel corso della serata l’artista, che ha indossato un abito interamente realizzato al telaio dalla designer Annalisa Surace del brand salentino Ijò, ha portato sul palco i brani “Rondinella”, “Dici ca nu me voj ca su piccinna” e il suo “Marea” riarrangiato per l’occasione con innesti del classico salentino “Aria caddhipulina”.

Super ospite il trio Il Volo, che ha portato sul palco una versione in grico di “Calinitta”. E poi ancora tradizione con i brani “Fimmine fimmine”, la pizzica di Lizzano, Torchiarolo e quella di Aradeo che ha chiuso il concertone.