
“Scarico zero bocciato”

«Non si tratta dunque – spiega Alemanno – di spingere per alcun tipo di depurazione o di progetto in particolare, stiamo solo chiedendo al Ministero di prendere posizione e spiegarne le motivazioni, per la salute del nostro territorio. Il trattamento dei reflui nell’agglomerato Porto Cesareo-Nardò da molto tempo appare come una realtà collegata ed indissolubile tra i due comuni alla luce dei principi normativi di gestione territoriale e soprattutto in materia di gestione dei reflui e impianti fognari così come espressi nei procedimenti avviati dalla Regione e da tutti gli enti competenti fin oggi, eppure la realtà ci narra di un comune ancora privo di allaccio alla depurazione ed un altro che scarica in battigia al confine di un’oasi marina».
“Spesi milioni di euro”
“Reflui non depurati oggi finiscono in mare”

Nella stessa polemica rientra Carlo Falangone, candidato Sindaco della coalizione di centrosinistra (Futuro comune Nardò, Nardò progressista e Movimento 5 stelle), chiamato anche lui in causa dal comunicato del consigliere Greco di “Andare oltre” sul “mega appalto della condotta sottomarina”.
«La verità è che ancora oggi i reflui non depurati vengono sversati nel nostro mare, con tanto di divieto di balneazione. C’è chi spreca energie contro fantasmi e altri nemici invisibili, sarebbe meglio usare queste energie per mettere sul tavolo soluzioni concrete. L’amministrazione che è in carica da cinque anni ha ottenuto sul tema una clamorosa bocciatura da parte del Ministero e nulla più. I problemi non si risolvono a colpi di comunicati stampa e manifesti elettorali», conclude Falangone.
Confronto “serio” con Regione ed enti

Dal fronte “Nardò progressista” interviene Rino Giuri: «Non è più sostenibile la situazione dello scarico a mare dei reflui fognari provenienti dal depuratore neritino di Santo Stefano, per due ordini di motivi: sia perché il grado di depurazione è veramente modesto (tabella 1) sia perché il refluo così poco trattato viene versato in mare a raso scoglio. È fuor di dubbio che il liquido immesso in mare a Torre Inserraglio rappresenta una seria fonte di inquinamento, visto che esso è causa del divieto di balneazione per un chilometro».
Giuri chiede di intervenire “al fine di ottenere il minore impatto possibile sull’ambiente, di salvaguardare la salute dei cittadini e consentire finalmente il piacere di bagni di mare in sicurezza anche in quel bellissimo tratto di costa». Per la soluzione di questo problema, Giuri punta ad un confronto “serio” fra il Comune di Nardò, “quando sarà finalmente ben amministrato”, la Regione Puglia e i vari enti coinvolti.