Racale, per la festa “mancata” di San Sebastiano il Bolero di Fulvio Palese risuona in piazza – IL VIDEO

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Fulvio Palese in una piazza San Sebastiano deserta

Racale – Niente giostre, bancarelle e luminarie, niente banda in piazza e gente per le strade: le restrizioni anti Coronavirus fanno saltare l’atteso appuntamento con la festa del patrono San Sebastiano (o “Santu Cciau”, come è conosciuto in paese).

Ma neppure la paura della pandemia può cancellare tradizioni e devozione popolare, così la festa – anche se in una forma decisamente insolita – c’è comunque stata, con una suggestiva chiusura in musica affidata al Bolero del maestro Fulvio Palese (di Racale).

Il gruppo di Radio Santu Cciau. Al centro l’ex Sindaco Metallo

Santu Cciau on air

Non è mancata la devozione, con la messa che sabato 6 giugno è stata presieduta dal vescovo della diocesi Nardò-Gallipoli monsignor Fernando Filograna: maxischermo all’esterno e diretta streaming hanno permesso di assistervi pure a chi non ha trovato posto in chiesa (dove la capienza massima è stata di 110 posti).

Edizione speciale anche per Radio Santu Cciau, il salotto radiofonico che trasmette dal centro di piazza San Sebastiano con un format che racconta le giornate di festa in onore del santo patrono. Il gruppo di Radio Santu Cciau (con Robert D’Alessandro, Giuliano Sabato, Marco Antonio Romano, Adriano Gravili, Andrea Masarin e Valentino Interlandi) ha tenuto viva la tradizione della festa con due giornate di diretta, il 6 e 7 giugno.

Il Bolero risuona nella piazza deserta

Alla mezzanotte di domenica 7, il sassofonista Fulvio Palese ha preso posto in piazza, lui da solo con il suo sassofono, per suonare il Bolero di Maurice Ravel, musica simbolo della festa patronale: la performance è diventata un video a cura del fotografo e video maker Roberto Corvaglia. Un video che racconta video che racconta un’atmosfera carica di nostalgia e silenzio, dove però la musica continua in qualche modo a farsi ascoltare.

Così l’ex Sindaco Donato Metallo commenta la festa saltata: “È il primo anno che non indosserò la fascia tricolore, il primo anno che non sarò dietro al nostro meraviglioso Santo Patrono durante la solenne Processione. Mi manca, mi manca tanto e mi mancano anche le mille chiamate, con il Comitato, il Parrocco, i Vigili, la Protezione Civile. Le potature da fare che non vanno mai bene a tutti, il mercato da organizzare, le pulizie e le buche e l’erba.
Le giostre e l’ordinanza per i fuochi d’artificio, e poi le mille persone, i saluti, gli abbracci, i ragazzi che tornano dall’Università o le famiglie di migranti che si ritrovano per la festa”.

Sarà strano non meravigliarsi per le luminarie che si accendono – prosegue Metallo –, gli odori delle bancarelle, i bambini che strattonano i genitori per farsi portare alle giostre. Lo spumone da condividere, attorno ad un tavolo. Sarà strano. Ma oggi in chiesa pregheremo, chiederemo umilmente di proteggerci dalle malattie, dalla povertà, dalla mancanza di lavoro. Sono sicuro che ci ascolterà e ci dirà: ‘ok io ci metto del mio, ma voi datevi una mano, metteteci del vostro'”.