

Il lavoro del Comitato
Tre telecamere e un drone riprenderanno ogni dettaglio della grande pira realizzata nella consueta area di via Molise (rigorosamente interdetta al pubblico). La grande focara è alta oltre sette metri, con un diametro di 9, dalla forma tronco-conica, “come le tipiche torri di avvistamento diffuse su tutta la costa salentina”. Costruita con solo materiale di rimonda (soprattutto ulivo) e legni grezzi, la Focareddha è stata rivestita esternamente utilizzando quasi 1000 balle di rami e fronde di ulivo.
“Memoria da proteggere”
«Memoria, tradizione e comunità. Dietro a queste tre parole si racchiude il senso di questa fantastica squadra. Ringrazio, quindi, ciascun volontario che ha contribuito alla realizzazione del fuoco, nel solco del volontariato e di appartenenza ad una comunità che, soprattutto in questo particolare periodo storico, è molto fragile e necessità di essere protetta», spiega il presidente del comitato Donato Ratano.

Sulle polemiche legate all’altra tradizione legata ai festeggiamenti per il Santo Patrono, ovvero “Lu tamburrddhu”, che non è potuta esserci per la normativa anti-contagio da rispettare, interviene il sindaco Paolo Rizzo per spiegare come non si sia trattato “di un capriccio dell’Amministrazione, come qualcuno sta cercando di farlo passare”.
«Abbiamo voluto concedere le autorizzazioni, con le dovute cautele, alla Focareddha perché configurata come manifestazione statica (non dinamica) e senza pubblico. Questo ci consente di mantenere vivo il fuoco della tradizione senza contravvenire alle norme», afferma Rizzo.