Nardò – La Repubblica riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, come “Giornata della Memoria” al fine di ricordare oltre alla Shoah anche tanti cittadini italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia e la morte. Tra questi oltre 650mila italiani chiamati Imi (Internati militari italiani ) che sono stati catturati dai tedeschi e trasportati nei campi di prigionia e di lavoro all’indomani del’8 settembre 1943.
Nino Pagliula, insieme ad altri militari neretini, è stato uno di questi che, per la fedeltà ad essere soldato e per aver agito con dignità e forza d’animo allo sfacelo delle forze armate dopo l’8 Settembre ha subito due anni di prigionia in un campo nazista.
L’orgoglio di un umile soldato
Umile contadino del Sud è riuscito a trovare il coraggio e l’orgoglio di dire no all’arruolamento nei ranghi tedeschi e con la propria dignità di soldato e uomo libero, contribuire ad aprire la strada in Italia e in Europa ai valori della pace, della libertà e della democrazia. Pagliula è stato insignito della Croce al Merito di Guerra nel 1972, della Medaglia d’Onore del Presidente della Repubblica nel 2013 e di recente gli è stata intitolata una piazzetta da parte della Amministrazione comunale.

Venuti a conoscenza della sua storia, comune a tanti altri militari nella fase ultima del secondo conflitto mondiale, un gruppo di studenti di Nardò – Francesca Vonghia , Elsa Indiano, Simone Marsina e Danilo Ingusci – hanno messo insieme materiali emersi tra i banchi di scuola e testimonianze e scritti che hanno messo a loro disposizione il figlio Pantaleone Pagliula, ingegnere, e il giornalista Biagio Valerio per farne un contenitore da proporre alla lettura e alla riflessione ai ragazzi della città.
L’iniziativa di quattro giovani
Documenti, testimonianze e riflessioni sono state indirizzate ai dirigenti, docenti e rappresentanti di Istituto delle Scuole superiori e delle Medie di Nardò insieme a un accorato invito perché “anche in questo difficile anno limitato dal terribile flagello della pandemia, si possa riuscire a trovare un opportuno modo nella scuola per commemorare la Giornata della Memoria e per richiamare in vita e strappare dall’oscurità e dal silenzio questi nostri nonni di cui si sta perdendo la memoria “.
Tra le altre cose, il gruppo di studenti promotore dell’iniziativa è stato colpito particolarmente da una frase che Nino Pagliula ripeteva sempre al termine dei numerosi incontri con giovani e nelle scuole durante gli ultimi anni della sua vita: “Ragazzi, datevi da fare, chiedete nelle vostre case notizie dei vostri nonni, fatevi raccontare della loro guerra, della fame e del lavoro: è il modo migliore per parlare di pace e per costruire il vostro futuro”.
Ha collaborato Pantaleone Pagliula