
Frena la storica Elata, tipico esempio di azienda a conduzione familiare in grado di farsi strada con la produzione di qualità. Le limitazioni imposte a livello mondiale dalla pandemia hanno rallentato e in qualche caso persino bloccato il settore degli spettacoli negli Stati Uniti e a Broadway in particolare, punto di riferimento per l’azienda fondata nel lontano 1923 che può vantare di aver “fatto le scarpe” a dive come Nicole Kidman, Penélope Cruz e Uma Thurman. D’altro canto, l’annullamento delle cerimonie per evitare assembramenti ha portato ad una stretta anche sul mercato delle scarpe da sposa.
“In attesa di tempi migliori”

«Di fatto – spiega il titolare Martino Nicolazzo – siamo quasi del tutto fermi, con solo due o tre operai in servizio. Quel che più ci preoccupa è che non vediamo segnali di cambiamento in senso positivo a breve termine. Secondo il mio personale punto di vista, se prima non passa un altro anno, per smaltire i prodotti che già avevamo, sarà difficile rilanciare la produzione. Purtroppo, si tratta di una catena, con un effetto domino che si ripercuote sui commercianti di macchine per il calzaturiero e sui venditori di articoli per calzature. Se si blocca la produzione, si ferma tutto l’indotto. Va detto, però, che non soffre l’intero settore della calzatura. Ci sono aziende che stanno lavorando, soprattutto quelle che producono per i grandi marchi. Noi, però, abbiamo un mercato diverso, che ha risentito in maggiore misura della crisi».
E, in effetti, c’è chi continua a produrre a pieno regime e anzi annuncia un nuovo e ambizioso progetto industriale. Si tratta di Antonio Filograna Sergio. L’imprenditore casaranese, in controtendenza rispetto alla contrazione degli investimenti a causa del Covid, rilancia un progetto che prevede la nascita, all’interno dei seimila metri quadri del capannone che ospitava la “Filanto Boys”, di un polo per la produzione che sarà intitolato a Antonio Filograna, fondatore della Filanto. Lo stabilimento, poco distante dalla Leo Shoes, sarà diviso in tre diversi lotti, riservati rispettivamente alla produzione di calzature, alla produzione di articoli di pelletteria e ad una scuola di formazione ad hoc.
La sfida di Filograna

«Nonostante la pandemia, il mondo del lusso non si è mai fermato – spiega Antonio Filograna Sergio – pertanto abbiamo riconsiderato un precedente progetto di sviluppo che stava per essere definitivamente abbandonato».
Sull’attivazione si prevedono fasi diverse. La produzione di pelletteria dovrebbe partire in un secondo momento, in quanto, essendo una novità per il territorio, devono essere preventivamente formate le relative figure specializzate. Per quanto riguarda il calzaturiero, invece, l’idea è di cominciare sin da subito con 80 addetti che, progressivamente, diventeranno 190. Ad oggi sono già partiti i tirocini per 50 unità.
«È una sfida stimolante – aggiunge l’imprenditore – perché, al di là del progetto industriale, noi vogliamo formare la futura forza lavoro di questa terra».